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Episodio 1:
Il ritorno
di Theodora

Episodio 1:
Il ritorno
di Theodora

Di francesco

novembre 26, 2025

Episodio 1:
Il ritorno
di Theodora

novembre 26, 2025
Di francesco

Marta fu svegliata da un rumore inclassificabile: un mix tra un aspirapolvere intasato e un prete che starnutisce durante l’incenso. Aprì gli occhi. La stanza era piena di scintille color glicine.

«Oh, santo cielo… di nuovo gli sbalzi elettrici?» pensò, finché il soffitto si aprì come una zip, lasciando cadere una figura tonda e fluttuante che rimbalzò sul tappeto con l’eleganza di un sacco di patate ben motivato.

«Amorinoooooo!» gracchiò la voce. «Fammi un applauso, sono atterrata con stile!»

Lì davanti, in piedi come se non fosse appena piombata da un’altra dimensione, c’era nonna Theodora. Che, sì, era passata alla sua “versione premium”, come diceva sempre lei quando parlava dell’Aldilà. Una specie di upgrade spirituale che, apparentemente, includeva anche l’opzione “ritorno in omaggio”.

Indossava un kimono argentato con applique di angioletti bodybuilder, un paio di occhiali a forma di cuore e un’aura tremolante che ricordava l’insegna al neon di un bar sul lungomare.

«Nonna…» mormorò Marta. «Tu… tu non puoi essere qui.»

«E invece sono qui! E guarda cosa ho portato!»

La nonna sfoderò una valigia enorme. Appena la aprì, un coro di “aaaah” celestiali risuonò nella stanza, stonato e leggermente ubriaco.

«Devi assolutamente vedere cosa ho distillato lassù!»

Tirò fuori una bottiglia translucida che pareva respirare. Si sollevava e sgonfiava come un polmone rosa shocking.

«È il mio nuovo prodotto: Distillato Celeste. Lo abbiamo testato sugli angeli. Due sono volati troppo in alto, uno parla russo da ieri, ma tutto sommato un successone.»

Marta si teneva la testa tra le mani.

«Nonna, noi abbiamo bisogno di marketing, non di… catastrofi alcoliche soprannaturali!»

«Sciocchezze! Le catastrofi alcoliche SONO marketing!»

Theodora si gonfiò il petto. «E poi, ho un piano. Domani andiamo in azienda. Sistemiamo tutto. E rendiamo quel tuo socio smilzo… come si chiama? Brac… Bric…»

«Gabriele.»

«Esatto! Lo rendiamo famoso.»

Proprio in quel momento, Gabriele entrò nella stanza, attirato dai rumori e dal bagliore mistico.

«Marta, tutto bene? Ho senti…»

Si bloccò. Vide la nonna fluttuante. Vide la bottiglia pulsante. Vide il soffitto aperto a zip. E fece l’unica cosa sensata: svenne in diagonale.

«Perfetto!» disse Theodora. «Lo useremo come testimonial. Ha una faccia che vende fiducia… e al massimo, se non vende, lo facciamo levitare!»

Marta chiuse gli occhi. Capì che la sua vita era ufficialmente entrata nella categoria “eventi paranormali non richiesti”.

«Dobbiamo lanciare la campagna pubblicitaria! Ho già lo slogan!»

Si schiarì la voce con un effetto eco ultraterreno.

«Lascia che siano le mani a decidere per te.»

«Ecco, vedi?» disse Theodora con orgoglio, mentre le mani di vapore danzavano nell’aria. «Le mani raccontano storie. Le mani scelgono, creano, ricordano. Le mani… portano sempre verso ciò che vale.»

Il coro angelico, per un istante, smise di essere stonato: un accordo limpido riempì la stanza.

Marta sentì il cuore stringersi. In mezzo a tutto quel caos sovrannaturale, capì una cosa: forse nonna Theodora era tornata davvero per loro. Per aiutarli a far crescere l’azienda. Per far brillare ciò che avevano tra le mani.

«Nonna… domani ripartiamo da zero» sussurrò, quasi sorridendo.

Theodora le volò accanto e le posò una mano luminosa sulla spalla.

«Può darsi, tesorina. Ma ogni grande impresa comincia con un gesto semplice.»

Alzò la bottiglia, avvolta da mille luci.

«Si comincia da qui. Da ciò che scegli di tenere… tra le tue mani.»